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Benedetta Tagliabue – EMBT Architects

Architettura Tessile IQD 69

BIOGRAFIA

Nata a Milano nel 1963, Benedetta Tagliabue ha conseguito la Laurea in Architettura presso l’Università Iuav di Venezia nel 1989. Nel 1991 conosce l’architetto catalano Enric Miralles, con il quale fonda nel 1994 lo studio EMBT, oggi Benedetta Tagliabue – EMBT, con sedi a Barcellona, Shanghai e Parigi. Tra i suoi progetti più importanti ricordiamo il Parlamento scozzese a Edimburgo, il Mercato di Santa Caterina, la sede centrale di Gas Natural Fenosa, il Parco Diagonal Mar a Barcellona e il Padiglione spagnolo all’Expo mondiale di Shanghai del 2010, vincitore del prestigioso premio RIBA Best International Building 2011. Tra gli attuali progetti dello studio figurano la Fudan University Business School di Shanghai, le torri per uffici di Taichung, gli spazi pubblici di HafenCity ad Amburgo, la stazione della metropolitana di Clichy-Montfermeil a Parigi e la stazione della metropolitana centrale di Napoli. Nel 2019 ha inaugurato il Centro Kálida Sant Pau a Barcellona, parte della rete internazionale dei Maggie’s Centres, all’interno del parco del modernista Hospital Sant Pau. Benedetta Tagliabue è visiting professor presso l’Università di Harvard, la Columbia University e l’ETSAB di Barcellona. Nel 2004 ha ricevuto un dottorato onorario dalla Facoltà di Arti e Scienze Sociali dell’Università Napier di Edimburgo, in Scozia. Le sue opere sono state premiate con il RIBA Stirling Prize nel 2005, con il Premio nazionale spagnolo nel 2006, con il Premio nazionale della Catalogna nel 2002, con il Premio Città di Barcellona nel 2005 e nel 2009 e con i premi FAD nel 2000, 2003 e 2007. Ha ricevuto il RIBA Jencks Award nel 2013, la Croce di Sant Jordi assegnata dalla Generalitat de Catalunya nel 2019 per l’eccellenza della sua pratica professionale nel campo dell’architettura a livello mondiale. Nel 2021, allo Smart City Expo World Congress di Barcellona, ha ricevuto ex-aequo con Carlos Moreno il Leadership Award, per i loro importanti contributi alla diffusione globale di modelli di città sostenibili e umane. Partecipa come giurata ai più prestigiosi premi internazionali di achitettura, come il Pritzker Architecture Prize, il Princesa de Asturias de las Artes, il Loewe Craft Prize, il RIBA Jencks Awards e il RIBA Stirling Prize. È fondatrice e direttrice della Fondazione Enric Miralles, il cui scopo è promuovere l’architettura sperimentale nello spirito del suo defunto marito e socio Enric Miralles.

Architettura Tessile

Affrontare il tema della tessitura, dell’arte dell’intreccio, significa investigare un concetto legato alle origini dell’umanità e dell’architettura. Dopo le grotte, i rifugi dell’uomo, nomade e cacciatore, furono prevalentemente capanne di frasche o legni intrecciati e tende di pelli o tessuti di fibre vegetali. L’architettura è dunque legata in modo indissolubile all’abilità primordiale della tessitura. Artigianalità e manualità hanno sempre accompagnato il progetto architettonico in nuce, sperimentando e arricchendolo nel corso dei secoli di nuovi contenuti tecnologici e costruttivi. Verso la metà del XIX secolo l’architetto e critico tedesco Gottfried Semper identificò proprio nella tecnica dell’intreccio l’origine del fare architettura: non nella rigida struttura, bensì nella copertura, in quell’insieme di elementi che le attività manuali primordiali quali legare, cucire, tessere, trasformano in una superficie continua. Il valore costruttivo dell’architettura tessile trovò espressione simbolica nella capanna caraibica esposta nel 1851 sotto le volte del Crystal Palace di Londra in occasione della prima grande esposizione universale: da qui la formulazione semperiana del concetto di abitazione originaria, i cui elementi costitutivi – il focolare, il tetto, il recinto e il terrapieno – diventano fondamento di ogni architettura. L’arte tessile – concepita da Semper come una delle quattro figurazioni dell’atto costruttivo con l’arte ceramica, la tettonica e la stereotomia o arte muraria – non coincide più con la struttura che la sostiene, ma la occulta, definendo forma, qualità e carattere dello spazio. Essendo il tessuto un artefatto molto antico, le sue capacità tecniche e espressive sono state ampiamente sperimentate ed arricchite nel corso dei secoli. Oggi, progettare tessendo significa riscoprire l’origine e il percorso delle connessioni tra l’uomo, i suoi manufatti e l’architettura; significa riscoprire un passato capace di valorizzare il contemporaneo e di aiutarlo ad affrontare le sfide più importanti, tra cui quelle ambientali. Progettare tessendo ha inoltre il significato allegorico di intervenire sul tessuto sociale, intrecciando in questo caso persone, culture, condizioni di vita e scuole di pensiero. Un progetto partecipativo, in cui le competenze dell’architetto s’intrecciano con le esigenze e le culture delle persone a cui è destinata l’opera, crea un senso di appartenenza e arricchisce gli attori coinvolti, l’architettura e il contesto. La raccolta dei progetti presentati in questa sezione Architettura Tessile esprime valori e potenzialità dell’architettura degli intrecci. Ogni progetto affronta in modo differente il tema dell’intreccio, in modo materico, tecnico o metaforico, nella sua genesi e nelle sue finalità, e insieme rappresentano un interessante incipit di discussione sul valore costruttivo, figurativo e etico degli intrecci, argomento molto ampio che coinvolge più ambiti e discipline.

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