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ARISTIDE ANTONAS

Formal Arrangements IQD 62

BIOGRAFIA

Nato ad Atene nel 1963, Antonas è architetto, scrittore, filosofo e artista. Con una laurea in architettura e un dottorato di ricerca in filosofia conseguito all’Università di Paris-Nanterre, Antonas dirige attualmente le due sedi, a Atene e Berlino, del suo studio di progettazione e ricerca. Ha abbinato l’attività d’insegnamento presso prestigiosi istituti internazionali, come la Volos School of Architecture, Università di Thessaly, la Bartlett UCL, l’Architectural Association di Londra, l’ETH di Zurigo e l’Akademie der bildenden Künste di Vienna, a quella di conferenziere; ha tenuto lezioni presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV), l’Architectural Association di Londra (AA) e l’Università di Cipro. Ha partecipato alla Mostra d’Arte “Documenta 14” e curato tre mostre personali sulla sua produzione presso il Museo svizzero di architettura, il Vorarlberger Architektur Institut, in Austria, e il FRAC Centre di Orléans, in Francia. E’ stato co-curatore del Padiglione della Grecia alla Biennale di Venezia del 2004 e co-fondatore di Built Event – pratiche spaziali per architettura, arte, curatela e urbanismo, presentate alla Landscape Biennale di Barcellona nel 2006, alla Biennale di Architettura di San Paolo nel 2007, alla Galleria Contemporaneo di Mestre nel 2008, alla Biennale di Salonicco nel 2009 e alla Gyumri Biennale in Armenia nel 2010. I suoi lavori sono stati esposti anche alla Biennale di Atene, alla Biennale di Istanbul, al Tranzit Display di Praga e al New Museum di New York e nominati per i prestigiosi premi Mies Van der Rohe nel 2009, Iakov Chernikhov International Prize nel 2011 e Schelling Architecture Award nel 2018. Ha al suo attivo numerosi libri e due testi teatrali, portati in scena dall’Éclats d’États, in Francia. Gli argomenti di grande interesse per Antonas sono l’architettura considerata come una serie di processi, che definisce “protocolli urbani”, ovvero nuove tipologie di spazi urbani e abitativi per sognare un mondo diverso, le infrastrutture della sfera domestica e la stabilità dall’esagerazione del flusso di dati; testi abbinati a tecniche di progettazione tradizionali che ricorrono spesso a riferimenti alla legislazione e all’archeologia.

Disposizioni Formali

Una selezione di opere raccolte sotto il titolo Disposizioni Formali necessita una breve spiegazione che renda visibile un secondo livello, nascosto dietro l’indifferenza, o anche quel caratteristico atteggiamento velenoso nei confronti della costruzione della forma che può essere identificato nelle opere. Questa collezione, che è solo indicativa, vuole mostrare un ordine differente o un tipo alternativo di struttura che anima ciascuno dei progetti presentati. È evidente che non esista uno stile che accomuni questi esempi; mi permetto di cercare elementi costruttivi che producano una disposizione stabile di un ordine alternativo, piuttosto che decostruire l’ordine della normalità. C’è sempre un atteggiamento velenoso nei confronti delle norme in tutti questi esempi, ma di un veleno strutturato in un formato più solido e interessante. A prima vista, le opere presentano questo atteggiamento velenoso nei confronti della normalità e della stabilità delle tradizionali leggi della forma; la forma – intesa sia nel classico modo architettonico-artistico sia riferita alla struttura dell’impressione, così come presentata nella prima bibliografia moderna dei formalisti russi – è qui negata. Al contrario, ogni singola opera presentata in questa breve raccolta organizza in modo singolare una disposizione sistematica che potrebbe consentire più pratiche nel suo stesso ambito. Una ripetizione sulla stessa logica di progetti simili a quelli presentati qui, un ordine rigoroso che si può ritrovare negli esempi, istituisce sempre un carattere di pratica, un ethos e non uno stile. I lavori potrebbero essere letti come una semplice decostruzione della normalità della creazione della forma: al contrario, ciò che è più importante nell’approccio di alcuni importanti riferimenti oggi è che la prima impressione di un semplice avvelenamento della forma, che avviene in una specifica situazione, è supportata da una cura per un sistema operativo generale più o meno visibile. Si propone una disposizione razionale per sostituire la banale semplicità della forma. In un certo senso il concetto di disposizione formale – o sistema di creazione della forma – richiede un’ulteriore indagine sulla differenza tradizionale tra struttura e forma. Questa differenza tradizionale tra struttura e forma può avere un valore oggi? Un sistema o una disposizione possono sempre essere già descritti come struttura; i lavori presentati avrebbero potuto essere eseguiti in modo diverso, fornendo uno stampo astratto in cui applicazioni più specifiche avrebbero potuto essere diverse senza perdere – nessuna di loro – la capacità di istituire formati condizionali idiosincratici. Ricorro ad alcuni importanti esempi per mostrare la possibilità di costruire una nozione di formato come elemento di un’architettura elusa, come forma di strutturazione dei progetti e, vista dall’interno delle opere, come condizione che può organizzare la propria ripetizione laddove la questione formale non venga presentata come focale. Con Disposizioni Formali propongo un altro modo per descrivere gli esempi selezionati, presentati qui con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sull’arte della creazione della forma. Una creazione discreta di uno strato invisibile che serve a investigare arte e pratiche architettoniche, unite per essere studiate per la loro capacità di proporre un contenuto leggibile.

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