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IQD Intervista Albino Celato, CEO De Castelli

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Fedele alla scelta di restituire al metallo un ruolo privilegiato nella sperimentazione progettuale, De Castelli innesta in processi tipicamente industriali la matrice di un pensiero e di un fare artigianale che porta a esiti del tutto inediti. L’incontro con il design sollecita un approccio al materiale fondato sul rispetto delle sue possibilità, anche di quelle più nascoste, che emergono via via in una collezione di prodotti seriali e al tempo stesso unici. Non solo perché unica è la mano che li crea, ma perché unico è anche il percorso culturale che mette al centro il valore estetico, oltre che funzionale, della materia primigenia con cui De Castelli plasma lo spazio abitativo.

In visione delle nuove date 2022 del Salone del Mobile di Milano a Giugno, come vi state preparando per questo importante evento, che tornerà a distanza di tre anni nella sua configurazione tradizionale?

Come per ogni Salone del Mobile, stiamo lavorando intensamente per proporre una nuova sperimentazione e interpretazione della materia metallo per svelarne potenzialità nascoste e inusuali. A partire da questa edizione ci concentreremo, di anno in anno, su un’unica tematica che potrà essere – ad esempio – espressione di una ricerca inedita sull’aspetto superficiale del metallo oppure di una reinterpretazione ed esaltazione di tecniche di lavorazione del passato o di tecnologie innovative al fine di plasmare forme complesse. Questa ricerca sarà presentata non solo in veste teorica o concettuale, ma anche funzionale, attraverso la collaborazione con alcuni designer selezionati che hanno dato una forma e un’estetica al tema, declinandolo in prodotti pilota che si propongono come suggestione e ispirazione per altri designer e progettisti, entrando al contempo e a pieno titolo all’interno del nostro catalogo Collection.

Come si rapporta un’azienda sempre all’avanguardia come De Castelli al tema della sostenibilità, su cui il Salone punterà, con l’obiettivo di trasformarsi in palcoscenico delle più importanti innovazioni in quest’ambito?

Rispetto al tema sostenibilità, stiamo puntando da un lato sulla minimizzazione degli sprechi sia in termini di materia prime che di energie, dall’altro al rispetto e continuo miglioramento di tutti i requisiti ambientali. Abbiamo la fortuna di lavorare con materiali pregiati la cui durata di vita, se opportunamente mantenuti, è molto lunga. Materiali che addirittura invecchiano con noi, acquisendo con il tempo sempre più valore e storia. I pochi scarti prodotti dai tagli vengono re-immessi nel ciclo di laminazione delle lastre, diventando nuovamente materia prima.

Quali sono le sensazioni raccolte in questo primo anno di apertura del nuovo, elegante showroom, inaugurato nel 2021 in centro a Milano, dove privati e progettisti possono trovare le tre anime De Castelli – le collezioni di prodotti, i trattamenti superficiali e la materia architetturale – che rappresentano lo stato dell’arte nella lavorazione dei metalli, tra cura artigianale e alta tecnologia?

Il nuovo showroom è stato fonte di grande soddisfazione perché ci ha finalmente permesso di esprimere tutto il nostro know-how e le potenzialità dei metalli che ogni giorno lavoriamo. È uno spazio che per la sua dimensione, la sua posizione, la sua storia abbiamo sentito nostro fin da subito e grazie al pensiero e alla progettualità di Cino Zucchi è diventato realtà. Tutto questo ci viene riconosciuto da chi in questi mesi ha visitato il nostro spazio, esplorando e toccando con mano il nostro mondo e il nostro approccio unico e tailor-made.

Ritenete che il ruolo del metallo nell’arredo e in architettura abbia subito dei cambiamenti in questi ultimi due anni? In quest’ottica quali pensate possano essere le principali tendenze nei prossimi mesi e quali le novità con cui De Castelli le anticiperà?

Il ruolo del metallo è sicuramente cambiato. Finalmente acciaio, ottone e rame sono considerati come materiali non solo strutturali, ma anche estetici, capaci di trasmettere sensazioni allo spazio in cui si collocano, al pari di un legno o di un marmo. Oggi si apprezzano la potenzialità e l’espressività di un materiale a lungo considerato piatto e freddo. Il ribaltamento di questo punto di vista è proprio lo scopo della nostra ricerca fin dagli albori e che giorno per giorno perseguiamo. In particolare in questo momento stiamo esplorando la possibilità del metallo di raggiungere forme organiche e plastiche, approfondendo la sua malleabilità, per restituire morbidezza alla vista e al tatto.

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