The Imprint / MVRDV
I primi di settembre è stato ufficialmente inaugurato a Incheon, nella Corea del Sud, il complesso The Imprint, progettato dallo studio olandese MVRDV.
Formato da due edifici, destinati a ospitare rispettivamente un nightclub e un parco a tema per bambini e genitori, il complesso, situato a meno di un chilometro dall’aeroporto internazionale di Seul-Incheon, va a completare il moderno polo turistico Paradise City, formato da altre 4 strutture con resort, centro benessere e centro commerciale.
Partendo dalla richiesta della committenza di realizzare due edifici privi di finestre, ma capaci di integrarsi con le vicine strutture, i progettisti, sotto la direzione dell’architetto Winy Maas, hanno deciso di riproporre gli elementi delle facciate degli altri edifici sulle due nuove facciate e sulla pavimentazione della piazza centrale. In questo modo, le facciate dei vicini edifici, che avvolgono, come decori o motivi a rilievo, le forme semplici delle facciate dei nuovi edifici garantiscono una coerenza dell’insieme, perché – ha commentato l’architetto Maas, uno dei soci fondatori dello studio – Paradise City non vuole essere un insieme di singole attrazioni come Las Vegas, ma una vera città.
I due edifici del complesso The Imprint sono caratterizzati, oltre che dalla scultorea riproduzione delle facciate delle vicine strutture sulle nuove facciate completamente prive di finestre, anche dalla collocazione degli ingressi nei punti in cui gli edifici si sollevano come tende di un teatro e dal colore oro di un lato del nightclub, che ne evidenzia l’ingresso e attira l’attenzione, come una sorta di benvenuto, dei passeggeri in arrivo al vicino aeroporto di Incheon.
Per ottenere la desiderata riproduzione dei vicini edifici, le facciate del complesso sono state realizzate con 3.869 diversi pannelli in cemento rinforzato con fibre di vetro, prodotti individualmente con l’impiego di file di modellazione 3D e, una volta installati, verniciati di bianco per enfatizzare i rilievi. Le riproduzioni degli elementi dei vicini edifici sulle facciate che, prive di finestre, diventano come delle candide tele e le forme massicce che perdono di consistenza fino a diventare fluide contribuiscono a fondere nel progetto arte e architettura.
Nel complesso l’astrazione è parte integrante di questo binomio, che lo rende capace di sorprendere e di sedurre l’osservatore. Una volta varcata la soglia delle due strutture, i clienti sono accolti da soffitti a specchio e pavimenti in vetro che, riflettendo le luci in una caleidoscopica esplosione di colori, rappresentano un provocante preludio alle attrazioni che troveranno all’interno.