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Salamis Summer House / AREA (Architecture Research Athens)

Architetto: AREA (Architecture Research Athens)
Luogo: Salamina, Grecia
Anno: 2020
Fotografo: Yiorgis Yerolymbos
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Lo studio di architettura AREA Architecture Research Athens si è occupato del progetto e della costruzione di una piccola residenza estiva sull’isola di Salamina, nel Golfo Saronico, nei pressi di Atene. L’assenza di viste e le caratteristiche del terreno hanno fatto sì che la casa acquisisse un carattere introspettivo, capitalizzando lo spazio esterno e le risorse del clima.

Quesiti fondamentali sul sito, il contesto e il paesaggio sono stati gli elementi che hanno guidato la progettazione di questa piccola residenza estiva a Salamina, l’isola del Golfo Saronico vicina ad Atene. Mentre la storia dell’isola è dominata dalla sua geografia – nell’antichità gli stretti che separano l’isola dalla terraferma sono stati determinanti nella famosa battaglia di Salamina, lo scontro navale che si svolse nel 480 a.C- la fine del suo potente ruolo nell’industria greca delle costruzioni navali ha generato un palpabile senso d’incertezza sul futuro dell’isola.

Caratterizzata da un paesaggio post-industriale costellato dai fantasmi dei cantieri navali, la posizione topografica di Salamina tra terra e mare, città e natura, resiste alle caratterizzazioni tipiche della classica isola greca dove trascorrere una vacanza. Priva dei tratti estetici della tipica destinazione balneare, l’isola è popolata da una chiusa comunità di residenti.

Il sito stesso su cui è stata progettata la nuova residenza è piccolo e pianeggiante, senza viste e senza caratteristiche di particolare rilievo. Le uniche peculiarità sono un ulivo e un pozzo. La casa interpreta la topografia del sito attraverso il meccanismo “dell’introspezione“, organizzata come una condizione perimetrale che sviluppa le proprie virtù in maniera autosufficiente attraverso le risorse del clima e dello spazio esterno.

In contrasto con la maggior parte delle residenze utilizzate tutto l’anno sull’isola, che tendono ad esibire un approccio improvvisato e “protesico” all’espansione spaziale attraverso l’accumulo cronico di nuove costruzioni e superfetazioni, questa residenza estiva è stata concepita come una sorta di “sottrazione” da un singolo volume materico contenente vuoti scultorei. In questo senso, l’idea di andare in vacanza non riguarda tanto la reintegrazione di tutti gli oggetti materiali della vita in città, quanto la metafora di spogliarsi dei propri abiti per godere della tranquillità in un luogo lontano da casa.

I muri esterni conferiscono alla residenza l’aspetto di un volume monolitico, nascondendo la presenza di un grande cortile interno al centro. Un unico angusto passaggio conduce direttamente dall’ingresso al cortile interno, mentre un doppio passaggio secondario conduce all’estremità opposta del lotto, dove si trova il giardino e una piscina.

All’interno del cortile centrale, piccoli volumi di vetro posizionati intorno alla pianta di ulivo creano gli spazi abitativi principali, dotati di porte di vetro scorrevoli a tutta altezza che fondono lo spazio interno ed esterno e regolano la circolazione da un’estremità all’altra del cortile. La massima flessibilità di movimento si ha quando tutte le porte vetrate scorrevoli sono aperte, compresi i cancelli anteriore e posteriore della casa, creando una singola catena ininterrotta di spazi esterni che si estende per l’intera lunghezza del sito, come se dividesse la casa in due.

Tutte le aree “private” (camere da letto, bagni e aree di servizio) sono nascoste all’interno dei pesanti muri esterni in una serie di piccoli e angusti spazi, associati a cortili secondari che forniscono luce e aperture alla densa sequenza di spazi perimetrali.

Un’ala riservata agli ospiti opera indipendentemente dal resto della casa e vi si accede attraverso il proprio cortile secondario, che ospita anche un antico pozzo.

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