Houses of Cards / Elastico Farm
Ricerca, sperimentazione e, in ultima analisi, coraggio sono gli elementi fondanti dei progetti, incluso quello delle Houses of Cards, di Elastico Farm, lo studio fondato nel 2005 dall’architetto Stefano Pujatti in società con Alberto Del Maschio e Sara Dal Gallo. Il progetto di queste due unità abitative unifamiliari, di 200 mq ciascuna, completate nel mese di luglio e situate in una zona di espansione residenziale in provincia di Torino, nasce molto prima dell’incarico del 2015, poiché frutto di un lungo percorso di ricerca e sperimentazione condotto dallo studio su materiali, tecnologie e programmi.
Una ricerca meticolosa, ossessiva, che ha portato lo studio a confrontarsi con le industrie del mattone, del legno, del cemento armato prefabbricato e della pietra, con particolare attenzione al granito sardo, per comprenderne potenzialità inespresse e usi alternativi. L’ossatura di entrambe le case, la Cat House e la Dog House, è formata più che da una combinazione, da un vero incastro di lastre di granito sardo e calcestruzzo colorato di grandi dimensioni – 600 x 240 cm – che definiscono i volumi esterni e interni dei tre livelli di setti sovrapposti e connessi tra di loro grazie a un sistema di tagli e spinotti metallici.
La scelta dei cromatismi è stata dettata dalla volontà di rendere omaggio all’India, terra di origine della committenza, in cui l’uso simbolico del colore è una parte importante della vita. I tamponamenti lignei che completano le strutture introducono un’idea di trasformazione, di nobilitazione naturale dei materiali, che contrasta con il senso di staticità e perennità degli elementi lapidei e cementizi.
L’idea di utilizzare il granito sardo – roccia ignea intrusiva felsica tra le più abbondanti sulla superficie terrestre, che, oltre a un costo relativamente contenuto, ha caratteristiche prestazionali eccellenti in termini di resistenza, durevolezza e impermeabilità – nasce dall’osservazione del processo e delle tecnologie di escavazione e rientra nel programma di ricerca dello studio sull’impiego di questo materiale come elemento costruttivo portante; il taglio con filo diamantato della parete di cava consente un buon livello di precisione e, grazie alla compattezza del materiale è possibile ottenere lastre anche di grandi dimensioni. A livello teorico – spiega l’architetto Pujatti – la resistenza a compressione e flessione di un pannello di granito è paragonabile a quella dei pannelli di calcestruzzo armato di eguale spessore. Spessore che, nel caso delle Houses of Cards, varia da 12 a 20 cm.
Le due case, seppur sviluppate secondo differenti logiche formali – la prima più regolare e intuitiva, la seconda più complessa e ragionata – suggeriscono, nel loro essere un esperimento abitato, possibili futuri sviluppi e i risultati, una volta ingegnerizzati, sono già stati inclusi in progetti più complessi dello studio, attualmente in fase di costruzione.
Nella prima, la Cat House, l’ortogonalità degli incastri, che trasmette un senso di rigore, ha evidenziato dei limiti legati alla vulnerabilità sismica e ha necessitato di rinforzi metallici di controvento, il cui montaggio, abbinato al montaggio a secco dei pannelli, ha aumentato il grado di difficoltà dei lavori. La tecnologia costruttiva a secco, impiegata in entrambe le case, ha limitato i getti in calcestruzzo e ha consentito una riduzione dei tempi e dei costi di lavorazione.
Nella Dog House, la forma concentrica dell’aggregazione dei setti, disposti radialmente attorno a un patio centrale, ha una miglior risposta sismica ed è quindi priva di ulteriori strutture di controvento. La presenza di una corte centrale si è rivelata più efficiente anche in termini di maggior apporto di luce naturale all’interno dell’abitazione. In questa casa la direzione radiale del primo livello di setti contrasta con l’irregolarità della disposizione sui due livelli superiori, suggerendo un ricercato senso di non finito e spazi dinamici che possono modificarsi ed evolversi nel tempo.