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BnF Biblioteca Nazionale di Francia / Atelier Bruno Gaudin

Architetto: Atelier Bruno Gaudin
Luogo: Parigi, Francia
Anno: 2022
Fotografo: Takuji Shimmura and Marchand Meffre
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Dopo un lungo intervento di rigenerazione e restauro, suddiviso in due fasi e durato oltre un decennio, è stata riaperta al pubblico lo scorso settembre la storica Biblioteca Nazionale di Francia, a Parigi. Fortemente contrastato dalla comunità architettonica e scientifica, perché accusato di aver rimosso importanti elementi di valore storico, l’intervento ha mirato a consentire al grande complesso culturale – come si legge nel comunicato dell’Atelier Bruno Gaudin, responsabile del progetto – di affrontare e vincere le sfide della contemporaneità legate all’accoglienza di una più ampia utenza, a una migliore apertura verso gli spazi urbani e a una maggiore condivisione con le più giovani generazioni.

Il progetto ha riguardato la quasi totalità degli spazi della BnF, situata in quello che viene chiamato, dal nome della via dove si trova l’ingresso principale, il Quadrilatero Richelieu: una serie di edifici di epoche diverse, che si estendono su una superficie di quasi 60.000 mq, come la Galleria Mazzarino e la Galleria Mansart del XVII secolo, il Medagliere del XVIII secolo, la meravigliosa Sala di lettura Labrouste, il magazzino degli stampati del XIX secolo e la Sala Ovale del XX secolo, su cui hanno lavorato nel corso dei secoli importanti architetti come François Mansart, Robert de Cotte, Henri Labrouste, Jean-Louis Pascal, Alfred-Henri Recoura, Michel Roux-Spitz e André Chatelin.

La nuova, luminosa identità del complesso ha preso il via dalla creazione di un nuovo ingresso sul Giardino interno, lungo rue Vivienne, e di un’ampia hall con al centro una nuova, moderna scalinata. Questo ingresso, che ha dato maggior risalto al ruolo del nuovo giardino, ha consentito di riunire le tre facciate, precedentemente collocate su quello che era il retro del complesso, e di trasformarle in facciate principali, con accesso alle hall Vivienne e Roux-Spitz. Mentre lo storico cortile d’onore, introverso e in pietra, rispetta la tradizione del silenzio necessario ai lavori di ricerca, il nuovo ingresso, con il viale alberato aperto sulla città, riflette l’obiettivo della struttura di invitare il grande pubblico a scoprire i tesori contenuti all’interno della sua biblioteca e del museo.

La hall che collega la corte e il giardino simboleggia il legame tra il mondo dei ricercatori e il nuovo pubblico. Ogni singolo spazio, ogni sala ha richiesto un progetto a sé all’interno dell’intervento generale, in cui sono state ripensate anche le distribuzioni, orizzontali e verticali, che rappresentano un cambiamento fondamentale nell’organizzazione della struttura e le conferiscono quella coerenza che mancava in passato a causa delle diverse annessioni che si sono succedute nel corso di oltre tre secoli. Una coerenza che, secondo i critici del progetto, poteva essere ottenuta senza dover sacrificare, in nome della modernità, elementi di grande valore storico, come l’antico scalone d’onore.

La prima fase, completata nel 2016, dei lavori di restauro e ammodernamento della storica Biblioteca Nazionale di Francia, una delle biblioteche più importanti di Francia e del mondo, si è concentrata sugli edifici che affacciano su rue de Richelieu, tra cui la maestosa Sala Labrouste: una spettacolare sala di lettura caratterizzata da un’ingegnosa struttura metallica, nove cupole vetrate, ispirate all’architettura bizantina, strette colonnine di metallo alte 10 m e gli affreschi delle volte realizzati dal paesaggista Alexandre Desgoffe. Dopo aver restituito ogni elemento agli antichi splendori, l’intervento ha ristabilito il collegamento tra la sala di lettura e le grandi librerie attraverso la navata centrale, rivelando tutta la poetica del luogo.

Tra il 2016 e il 2022, la seconda fase dell’intervento ha riguardato l’ala del complesso di edifici che dà su rue Vivienne, tra cui la Galleria Mazzarino, adornata da splendidi affreschi dipinti dall’artista italiano Giovanni Francesco Romanelli, la Galleria Mansart, il Salone Luigi XV, la Sala di Luynes e la maestosa Sala Ovale. Quest’ultima, gioiello architettonico con i suoi decori, gli oculi e lo scenografico soffitto vetrato, un tempo riservata a ricerche bibliografiche, è oggi aperta liberamente al grande pubblico. Qui, l’obiettivo principale dell’intervento di rinnovo e restauro è stato quello di non creare una rottura con l’architettura esistente, ma di trarre ispirazione dalla sua forma per imbastire una connessione tra le moderne finalità e gli arredi che sono stati conservati.

I nuovi arredi, realizzati in legno di rovere con parti verniciate color alluminio, assecondano la forma della sala e accolgono al loro interno le apparecchiature tecnologiche pensate per ogni moderna esigenza. Anche il progetto illuminotecnico è stato ripensato, con una serie di lampade sospese sopra la curva disegnata dai nuovi arredi e con gli originali oculi a soffitto, che di giorno filtrano la luce naturale e di notte creano una suggestiva scenografia luminosa. Il nuovo museo, che integra le collezioni dell’ex museo del Gabinetto delle monete, delle medaglie e degli oggetti d’antiquariato, è invece ospitato al primo piano, all’interno delle rinnovate Galleria Mazzarino, Sala delle Colonne – dove è stato rimosso il mezzanino – e Sala di Luynes.

La nuova galleria vetrata esterna, che offre una suggestiva vista sui tetti di Parigi e sulle cupole della Sala Labrouste, conduce verso il lato ovest del Quadrilatero, dove si trova il Dipartimento di Arti Performative e la Galleria Rondel, l’area di deposito di librerie del patrimonio di Labrouste, visibile dietro l’alta parete di vetro. La nuova grande hall di accesso ricavata al primo piano è uno spazio caratterizzato da trasparenza e luminosità, in un discreto universo di pietra, vetro e alluminio. I pavimenti in vetro traslucido, ignifugo, consentono alla luce naturale di penetrare verso il basso, enfatizzando la ricercata verticalità della nuova scalinata. Qui la luce zenitale si diffonde in tutte le direzioni, in uno spazio delimitato dalle gallerie del museo. I colori sono accesi, le opere policrome, l’atmosfera luminosa soffusa. Qui, come in altri punti, la soglia che divide gli spazi è affidata alla ricercata e discreta interazione tra luce naturale e artificiale, che ne suggerisce anche la funzione e l’approccio emotivo del visitatore.


  • Location: Paris, France
  • Architects: Atelier Bruno Gaudin, Virginie Brégal with Raphaele Le Petit project manager assisted by Guillaume Céleste, Nicolas Reculeau and Céline Becker
  • Completion: 2022
  • Area: 69.036 m² (Net Internal Area)
  • Technical engineering: Egis bâtiments with Régis Lelièvre project manager
  • Lighting engineer/designer: 8’18’’
  • Architect in chief of Historic buildings: Jean-François Lagneau
  • Lighting engineer for the Labrouste Room: Cabinet Cizel
  • Photography: Takuji Shimmura and Marchand Meffre, courtesy of Bruno Gaudin Architectes

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