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Leonardo Prieto

Connecting Architecture Italy & Colombia

BIOGRAFIA

Nato a Bogotá nel 1980 si è laureato in Architettura presso l’Universidad Nacional de Colombia, Bogotá, nel 2003. Nel 2010 ottiene un Master presso la stessa Università con la tesi: Rogelio Salmona, compositor de percepciones. Revisión del papel de la modanatura dentro de la representación arquitectónica, diretta dall’architetto Rodrigo Cortes Solano; questo lavoro riceve la menzione di Tesis Laureada come lavoro accademico di eccellenza, motivo per il quale viene pubblicata come libro dalla stessa Università (Prieto Fandiño, J.L. (2013). Rogelio Salmona, compositor de percepciones. Revisión del papel de la modénature en la representación arquitectónica. Bogotá: Editorial Universidad Nacional). Nel secondo semestre del 2007 è stato docente presso l’Università Nacional de Colombia, Bogotà, Scuola di Urbanesimo e architettura. Nel 2010 è nominato conferenziere invitato presso la Escuela Taller de Bogotá e nel mese di ottobre collabora alla mostra: Lectura de una obra en fragmentos, dedicata all’opera dell’architetto Rogelio Salmona. Nel corso degli anni Leonardo Prieto ha anche lavorato in proprio come progettista, realizzando diverse case unifamiliari e partecipato a diverse attività presso diversi enti. A Bologna ha partecipato su invito agli incontri Nuove professionalità per la qualità dell’edilizia e del paesaggio urbano sostenibile, realizzati presso il Centro Studi dell’Abitare Oikos. Ha inoltre partecipato al Programma di formazione per professionisti con specializzazione diretta sul trattamento dello spazio urbano e zone di conservazione naturale e storica – Studio di processi di intervento in spazi di conservazione, analisi di casi specifici, della Regione Emilia Romagna e della Provincia di Bologna.

Connecting Architecture Italy & Colombia

L’architettura colombiana contemporanea è il risultato di un ampio e variegato insieme di influenze etniche, geografiche, culturali e storiche. Questo si percepisce dal rapporto con il territorio e la natura delle originarie popolazioni indigene precolombiane, dalla cosmogonia sensoriale e simbolica delle culture africane e dalla definizione stessa delle città fondate dai colonizzatori spagnoli, materializzata dalla pianta a scacchiera e dalla tipologia della casa a corte, erede dell’impluvium romano. Da questo crogiolo sono nate le basi dell’architettura colombiana moderna, che ha iniziato a rivedere sé stessa con la creazione, presso l’Università Nazionale di Colombia, della prima facoltà colombiana di architettura nel 1934. Vi parteciparono l’architetto tedesco Leopoldo Rother e l’italiano Bruno Violi, oltre ad altri architetti colombiani che avevano studiato in università europee e statunitensi e che poi erano tornati in patria. In questa facoltà si formarono le principali figure dell’architettura colombiana del XX secolo, tra le quali emergono Rogelio Salmona e Germán Samper che, dopo aver lavorato nello studio di Le Corbusier in Francia, tornarono in Colombia e, insieme ad altri architetti loro contemporanei, gettarono le basi di quella che oggi è l’architettura colombiana contemporanea. Comprendere in che modo la Colombia – oggetto di questa analisi – così come altri paesi dell’America latina, siano stati laboratori di sperimentazione densi di articolazioni riconducibili all’unione tra aspetti locali e europei, fornisce preziose chiavi di lettura degli aspetti e di alcune delle più importanti innovazioni dell’architettura contemporanea.

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