ALEXANDER S. BRODSKY
Intuizione IQD 51
BIOGRAFIA
Nato nel 1955 a Mosca, si è formato presso l’istituto di Architettura di Mosca. Contrario alla produzione architettonica sovietica degli anni Ottanta, diventa uno dei maggiori esponenti del movimento Bumazhnaja Architektura (Architettura di carta), caratterizzato da architetture di “carta” dallo straordinario potere visionario. Particolarmente note e apprezzate le sue collaborazioni con l’amico e compatriota Ilya Utkin. Dalla fine degli anni Novanta lavora come architetto, designer e artista in Europa e negli Stati Uniti. Tra i suoi progetti, che spesso mettono in discussione il confine tra arte e architettura, ricordiamo il Padiglione Rotunda, una struttura formata da una sequenza di porte bianche in legno riciclate che segnano, in un gioco di causalità e provvisorietà, i diversi ingressi, Shed, Villa PO-2 e Ristorante 95°. Vincitore di prestigiosi premi, il suo originale stile architettonico, capace di combinare materiali riciclati, e poco utilizzati, come il legno grezzo, la plastica, le pietre, al fine di creare progetti in bilico tra poesia e architettura, lo ha reso uno dei migliori architetti a livello mondiale.
Intuizione
Molto tempo fa, quando entrai per la prima volta nella casa di Konstantin Melnikov e raggiunsi il suo studio, rimasi sbalordito dalla bellezza e dalla perfezione di quello spazio – ma soprattutto dalla sua luce. Mi chiesi se fosse possibile calcolare e prevedere tutto questo in un progetto. È possibile prevedere o immaginare la distribuzione della luce che cade nel cilindro attraverso le aperture esagonali? Pensai che fosse assolutamente impossibile e che ci dovesse essere qualcosa d’irrazionale, mistico e ineffabile, qualcosa di bello, qualcosa chiamato “intuizione”. Più riflettevo su questa idea e più diventava ovvio che è questo elemento misterioso che in architettura apprezzo sopra ogni altra cosa. Ci sono degli edifici che si riconoscono da cima a fondo e altri che serbano un loro mistero, che non può essere mai pienamente compreso né spiegato a fondo. Questa è l’architettura che fonda le sue radici nell’intuizione. Secondo un’antica tradizione quando una famiglia deve stabilirsi in una nuova casa, la prima cosa che fa è far entrare un gatto. Lasciano entrare il gatto e osservano: là dove il gatto si accomoda, dovrà essere messo il letto. Non si può sbagliare, il gatto non fallisce mai. Questa è l’intuizione. L’architetto è come il gatto che aiuta le persone a trovare il posto per il loro letto, la loro casa, la loro città. L’arte è interamente basata sull’intuizione, così come lo è la poesia; l’architettura può farne a meno, ma in questo modo perde il suo fascino. È per me un onore presentare qui alcuni contributi sul tema dell’”intuizione” assieme ai lavori di tre amici – un artista, un architetto e un poeta: Oleg Kudryashov, Peter Märkli e Sergej Gandlevskij. Fu il mio amico Eugene Asse a farmi conoscere i lavori di Märkli e la poesia di Gandlevskij, mentre vidi per la prima volta il lavoro di Kudryashov nell’appartamento di un altro amico. Per molti anni loro e i loro lavori hanno rappresentato una parte importante della mia vita, evocando non solo ammirazione, ma anche rispetto reverenziale. Ho conosciuto ognuno di loro prima attraverso le loro opere, ho sognato di incontrarli, poi li ho incontrati e siamo diventati amici. Vidi per la prima volta le opere di Oleg Kudryashov a Mosca nel 1968 e lo incontrai a Londra nel 1988. Conobbi l’architettura di Peter Märkli attraverso un suo libro nel 2003, ma mai avrei pensato di avere l’occasione di incontrarlo – invece lo incontrai molti anni dopo. Lo stesso accadde con Sergej Gandlevskij: mi venne dato un suo libro, che divenne per me molto prezioso – e alcuni anni dopo lo incontrai a casa di amici… Queste persone – per quanto diverse tra loro – stanno tessendo una sorta di tessuto comune, un tessuto misterioso e ineffabile, che credo sia fatto di “intuizione”.
THAT INEFFABLE THING CALLED INTUITION