Glassell School of Art / Steven Holl Architects
Il progetto della nuova sede della scuola d’arte Glassell School, a firma dell’architetto americano Steven Holl, rientra nel vasto piano di ampliamento e riqualificazione del campus del Museo delle Belle Arti di Houston, una delle più importanti istituzioni culturali americane, che ha visto nel corso dei suoi quasi cento anni di storia interventi di progettisti del calibro di William Ward Watkin, Ludwig Mies van der Rohe e Rafael Moneo.
La nuova costruzione di circa 8.700 mq accoglie su tre livelli 35 aule per l’insegnamento di adulti e bambini – tutte progettate per offrire il massimo della flessibilità e dell’illuminazione naturale – 3 gallerie espositive, un auditorium da 75 posti, un’ampia scalinata centrale che funge da forum scolastico e una caffetteria a pianoterra aperta anche al pubblico.
All’esterno, la pianta a L dell’edificio definisce i due lati della nuova Brown Foundation Plaza, la piazza pubblica progettata da Deborah Nevins & Associates in collaborazione con Nevins & Benito Landscape Architecture, che ospita una grande fontana e due opere di Anish Kapoor e Eduardo Chillida, estendendo in questo modo gli spazi dell’adiacente Giardino delle Sculture, realizzato nel 1986 dall’architetto Isamu Noguchi. Completano l’intervento una copertura verde che conduce a un roof garden e un parcheggio sotterraneo con 285 posti auto.
La nuova Glassell School di Houston – unica scuola d’arte negli Stati Uniti facente parte di un complesso museale – si presenta con una caratteristica struttura a forma di L formata da una serie di pannelli prefabbricati in calcestruzzo dall’aspetto sabbiato alternati a finestre in vetro traslucido dalle forme irregolari che garantiscono un’ottima illuminazione naturale degli spazi interni e offrono un’incantevole vista sul complesso e sullo skyline della città texana. Questa combinazione di trasparenze e porosità, che contribuisce a conferire uniformità al complesso, rientra nell’intento progettuale dello studio Steven Holl Architects di far dialogare la nuova costruzione con gli altri edifici del Museum of Fine Art; allo stesso obiettivo concorrono le scelte degli angoli d’inclinazione dei pannelli, che alludono ai muri dell’adiacente Giardino delle Sculture di Isamu Noguchi, e dell’essenzialità degli spazi secondo lo spirito di semplicità e immediatezza adottato dall’edificio originale di Mies van der Rohe.
La copertura inclinata dell’edificio definisce un anfiteatro alla base e una rampa verde interamente percorribile fino al giardino pensile, da cui è possibile dominare l’intero campus. Questo tetto verde, aperto anche al pubblico, assorbe parzialmente l’acqua piovana e riduce in maniera considerevole quell’effetto isola di calore, che determina un microclima più caldo all’interno delle aree cittadine. All’angolo interno principale, la massiccia struttura a L si dissolve per dar spazio all’ingresso: un’apertura che, partendo dal forum espositivo, torce le sue forme verticalmente per i tre piani fino alla terrazza sul tetto.