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STEFANO PUJATTI

I Don't Know IQD 55

BIOGRAFIA

Nato ad Aviano nel 1968. Ha conseguito la Laurea in Architettura presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia ed il Master in Architettura presso Sci-Arch in Los Angeles, California. Dopo aver collaborato con Coop-Himelblau a Los Angeles e Gino Valle Architetti a Parigi, è stato cofondatore dello Studio Elastico nel 1995. Dal 2004 al 2013 è stato docente universitario presso la Facoltà I di Architettura del Politecnico di Torino e dal 2014 al 2016 presso la UOT (University Of Toronto – Canada), corso di “Progettazione architettonica”. Durante gli stessi anni è stato invitato internazionalmente come relatore e guest critic in diverse università, tra cui RMIT – Melbourne, Hoesi University – Tokyo, Accademia di Architettura – Mendrisio. Oggi Stefano Pujatti è a capo dello studio ELASTICOSPA, con sede a Chieri (TO), e dal 2016 può contare su ELASTICOSPA+Inc, con sede a Toronto, per lo sviluppo dei progetti in Nord America. Il lavoro dello studio è stato presentato in molti libri e riviste sia a livello nazionale che a livello internazionale ed è stato invitato ad importanti eventi internazionali quali diverse edizioni della Biennale di Venezia, la Biennale di Architettura di Brasilia e il Festival di Architettura di Londra. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti quali il premio Inarch-Ance come giovane professionista (2006), finalista del Mies Van Der Rohe Award (2012), The Plan Award categoria Hospitality (2015), Premio Architetto Italiano (2016), Premio Archmarathon categoria Visioning (2017); è stato inoltre selezionato per rappresentare l’architettura italiana nella mostra itinerante “Piccole Utopie”.

I Don’t Know

DARE, che lo si legga in italiano o in inglese nel suo significato di osare, comunica uno stato d’animo positivo, ottimista: chi dà generalmente osa sperare di essere utile, e chi osa è generoso perché mette a rischio se stesso per il non sapere, per l’I DON’TKNOW, per ciò che non è certo, per il non essere sicuro di un risultato o di una risposta. Così come nel dare bisogna essere puri e non aspettarsi di ricevere, anche nell’osare è bene abbandonare la visione utilitaristica accettando l’imprevisto come un dono e guardando all’errore come a un’opportunità per continuare a DARE. I progetti presentati in questo numero nascondono più modi di rapportarsi con il DARE; a scale diverse e in modi diversi ad esempio il progetto dello studio Mecanoo a Shanghai e il lavoro di Doug Aitken sulle Alpi svizzere osano proporre una connessione con l’intorno non scontata e non prevedibile. L’architetto spagnolo Enric Ruiz-Geli nell’intervento di villa Stgilat deforma il paesaggio e la sua percezione con una ricerca sul potenziale espressivo ancora non noto di una tecnologia costruttiva oggetto di sperimentazione negli anni’ 70. Il progetto su Verona diretto dall’architetto Renato Rizzi osa prendere una posizione chiara e con la precisione dei modelli in gesso ci fa sentire quanto la sua visione sia necessaria. La Citè des eletriciens è un progetto generoso che ridà vita a un luogo storico abbandonato, integrando sottilmente un nuovo corpo di fabbrica e inventando nuove funzioni per l’esistente. DARE è un’attitudine mentale che si nutre della coscienza dell’I DON’T KNOW: chi ha il coraggio di osare rischia per dare anche agli altri nuove prospettive, nuove visioni e nuove opportunità.

DARE!

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