Villa Etna / Iraci Architects / antoniolupi
Un’architettura contemporanea immersa nel panorama unico della valle dell’Etna, una villa dagli spazi ampi e generosi nella quale il limite tra interno ed esterno viene annullato dalle ampie aperture vetrate, un progetto che fa della perfezione dei dettagli il proprio tratto distintivo. Tra materiali d’eccellenza, finiture ricercate e arredi sofisticati spiccano le collezioni di antoniolupi.
Tra artificio e natura, tra contemporaneità e tradizione, tra design essenziale e minimale e materiali ricercati. Vive sul perfetto equilibrio tra gli opposti il progetto di una villa monofamiliare curato dall’Architetto Antonio Iraci sulle pendici dell’Etna. Lineare nella sua perfezione geometrica e volumetrica, la residenza si sviluppa longitudinalmente inserendosi nel paesaggio circostante in modo discreto, grazie a un’altezza contenuta, nonostante lo sviluppo su tre livelli di cui uno interrato, e all’utilizzo di materiali naturali e di ampie superfici vetrate. L’impiego della pietra per delineare gli sporgenti setti orizzontali dei prospetti, del legno per le pareti opache che delimitano il volume e del vetro per completare la mimesi con il verde circostante, descrivono l’immagine elegante e moderna di questo scrigno prezioso in constante dialogo con la luce.
Tra materiali d’eccellenza, finiture ricercate e arredi sofisticati spiccano le collezioni di antoniolupi. Tecnologia e design si incontrano in tutte le collezioni antoniolupi utilizzate a Villa Etna, che testimoniano l’approccio sartoriale dell’azienda e la capacità degli elementi di impreziosire le microarchitetture degli ambienti dando vita a uno stile sofisticato sinonimo di cultura e “saper fare”, due dei temi che contraddistinguono questo territorio davvero unico. Collezioni diverse per personalità e carattere, ma accomunate da una coerenza di stile che dona gusto ed eleganza all’intera casa. A partire dalla vasca freestanding Dune disegnata da Mario Ferrarini che occupa il centro del bagno padronale a piano terra e offre un relax assoluto con vista diretta sull’esterno.
Proseguendo con le serie di contenitori Bespoke e Bemade disegnate entrambe da Carlo Colombo, che con la caratteristica eleganza e la ricchezza delle finiture e dei materiali arredano diversi ambienti. L’utilizzo di ante a specchio alleggerisce l’immagine dei volumi, dilata le prospettive moltiplicando le traiettorie disegnate dalle superfici presenti nello spazio.
Grande spazio è dedicato alle ultime proposte firmate da Gumdesign. I lavabi Fonte e 024 si inseriscono in ambienti nei quali la carta da parati della collezione Tralerighe riveste le pareti verticali definendo un’immagine omogenee e coordinata sui toni del bianco e nero.
Sempre nelle pareti si aprono vani integrati e funzionali per riporre oggetti di uso quotidiano; sono Dimezzo e Framezzo di AL Studio, accessori preziosi che permettono di liberare lo spazio e sfruttare ogni centimetro dell’ambiente con rigore e precisione. Senza dimenticare i tappeti, sempre della collezione Tramato che completano l’arredo dei diversi ambienti insieme a sanitari, lavabi integrati nei top, piantane e accessori come i nuovi Specchi di Carta sempre dei Gumdesign.
Nel piano interrato l’assoluto protagonista è lo spazio wellness adiacente all’area fitness, dotato di una piscina coperta nella quale confluiscono una molteplicità di getti per un relax totale. Dall’effetto pioggia generato dal soffione Meteo con cromoterapia integrata, grazie al quale l’acqua cade morbida dal soffitto, alla potenza concentrata del getto di Azimut. I soffioni compatti che rimandano all’immagine di apparecchi luminosi, collocati in sequenza a parete per un trattamento localizzato.
Il legame tra terra e acqua del territorio diventa la testimonianza di un esemplare incontro tra culture e storie, emozione e innovazione tecnologica. Saper fare e valore contemporaneo della qualità dell’abitare. Un dialogo che magicamente si svela all’esterno, sul prato vicino alla scala, dove due scultorei lavabi freestanding in marmo bianco Carrara disegnati da Paolo Ulian danno il benvenuto all’ospite e già nei tagli lasciano percepire l’anima segreta del luogo: la forma dentro la forma.