Lisbona, il Tago e il resto / Giulia De Appolonia
Lisbona si struttura nella relazione della sua topografia con il fiume Tago. Caratterizzata da una doppia condizione di protezione e raccoglimento, che alterna spazi abitabili a punti di osservazione sul paesaggio urbano e sul fiume Tago, la città sviluppa una scenografia quasi barocca, ulteriormente drammatizzata dalla luce del fiume. Una luce che si ritrova solo lì e a Venezia. La relazione della città con il suo fiume si è profondamente modificata a partire dalla fine del XIX secolo, in seguito alla rivoluzione industriale, che ha visto la realizzazione di aree destinate a ospitare le nuove linee ferroviarie in sostituzione al trasporto fluviale. Queste aree novecentiste sono successivamente cresciute, con un’occupazione prettamente di tipo logistico/industriale a causa della loro segregazione dal resto della città, accentuando l’allontanamento dei lisbonesi dal Togo. Il complesso ferroviario ha dunque determinato una barriera impenetrabile su tutto il sistema costiero, fatta eccezione per un punto, che ha sempre mantenuto il suo contatto con l’acqua: il Terreiro do Paço, un’enorme piazza con un lato aperto sul Tago.
Col progressivo abbandono del sistema di trasporto ferroviario a favore di quello su gomma, la Lisbona della seconda metà del XX secolo soffre una sostanziale modifica nella sua geografia interna. Questo fatto scarica progressivamente il lungofiume dalle sue incombenze logistiche. Il processo di cambiamento della fascia costiera si può simbolicamente identificare con due grandi interventi urbani, entrambi derivanti da esposizioni mondiali distanziate di mezzo secolo e specularmente localizzate rispetto al Terreiro do Paço, che hanno strutturato i limiti dell’ambito di rigenerazione del waterfront di Lisbona: l’Esposizione del Mondo Portoghese del 1940 e l’Expo ’98. La prima si localizza nella zona occidentale della città, a Belem, di fronte al Monastero dei Jeronimos, dove, alla fine degli anni ’80 Vittorio Gregotti e Manuel Salgado vinsero il più importante concorso internazionale per la realizzazione del maggior contenitore culturale del paese all’epoca: il Centro Culturale di Belem (CCB) che segna l’entrata del paese nella comunità europea. Galvanizzato da questa esperienza, Manuel Salgado con il suo studio diventa successivamente l’autore del progetto dello spazio centrale dell’Expo ’98, attivando un’apertura della città verso oriente.
Dopo questa esperienza, Salgado abbandona la libera professione per assumere ruoli politici nella Municipalità di Lisbona, in primis quello di Assessore all’urbanistica, e per più di un decennio si occupa di rigenerare la città, gettando le basi di una profonda modifica della sua struttura, che oggi si percepisce innanzi tutto nel recupero della relazione tra la città e il fiume. Numerose sono infatti le iniziative su tutto l’argine costiero di realizzazione di spazi pubblici di altissima qualità urbana e paesaggistica punteggiati dalla presenza di edifici-ancora, disegnati da importanti architetti portoghesi e internazionali.
Dal Museo delle Carrozze di Paulo Mendes da Rocha e Ricardo Bak Gordon al MAAT (Museo di Arte, Architettura e Tecnologia) di Amanda Levete, che ha riqualificato con un progetto di topografia artificiale un’enorme area di lungofiume in cui gli spazi espositivi sono estensione dello spazio pubblico, con spazi fluidi e interconnessi e ripristinato i dismessi manufatti industriali dell’EDP; dal Padiglione del Portogallo di Alvaro Siza disegnato per Expo ’98 fino alla recente Stazione Marittima di João Luís Carrilho da Graça sono innumerevoli le opere di architettura che spiccano negli ultimi anni nell’area del waterfront di Lisbona. In quest’ambito Carrilho da Graça riveste un ruolo di spicco, vincendo diversi concorsi pubblici per grandi aree dell’aterro, come Campo das Cebolas, dove ridefinisce gli spazi pubblici e progetta un grande parcheggio interrato, la menzionata Stazione Marittima e infine l’area di collegamento tra i due interventi costituita dalla risistemazione della Darsena della Marina.
Disegna anche il piano particolareggiato per l’area dell’aterro di Boavista, nel cui ambito è stato realizzato il progetto della nuova sede di EDP di Aires Mateus e altri interessanti progetti. Su questa grande piattaforma, che contrasta con l’andamento ondulatorio della città, ritroviamo altri importanti progetti di edifici e, non meno importanti, di parchi che disegnano un corridoio verde lungo tutto l’arco del lungofiume, occupando quasi 15 km, progettati dagli architetti paesaggisti João Nunes e João Gomes da Silva.
Nelle prossime decadi assisteremo certamente a una nuova organizzazione del sistema di trasporti e di logistica delle forniture che libererà le aree intorno alla cintura ferroviaria che descrive a nord della città un arco simmetrico a quello del lungofiume del Tago. Riconquistato il fiume, Lisbona si rivolge ora verso l’interno della città, dove si possono già osservare diverse trasformazioni di riqualificazione paesaggistica e di ridefinizione del sistema di mobilità con la pedonalizzazione di ampie aree, oltre agli interventi, ancora una volta voluti da Manuel Salgado in qualità di direttore della SRU, di realizzazione di nuove abitazioni a prezzi calmierati, nucleo principale del nuovo orientamento di sviluppo della città il cui centro è ormai massivamente occupato dal mercato ricettivo orientato al turismo.
Questo massivo investimento di energie nell’ambito delle residenze a prezzi controllati deriva da un sistema di affidamento di incarico, realizzato con preselezione curricolare, che ha visto selezionati 20 tra i migliori studi di architettura attualmente attivi sul territorio per sviluppare progetti specifici, coordinati e orientati da un progetto preliminare redatto dalla studio Aires Mateus che riguarda principalmente due grande aree di intervento: Entrecampos, nel centro della città, e Chelas/Marvila, nella zona orientale. Il progetto integrato di Entrecampos coinvolge, oltre all’aspetto di rigenerazione residenziale, una vera e propria rigenerazione urbana, attuata attraverso il recupero dell’area anticamente destinata alla fiera popolare, attualmente in via di riconversione residenziale e terziaria ad opera di importanti figure del mondo dell’architettura.
Parallelamente a questa importante iniziativa di rilancio dell’edilizia residenziale, la città si sta operando per la riqualificazione dei suoi spazi pubblici attraverso un’iniziativa denominata una piazza in ogni quartiere, che prevede la ridefinizione degli spazi pubblici a favore di una maggiore pedonalizzazione e integrazione di verde, oltre che di un miglioramento generale delle connessioni infrastrutturali. Da rilevare, infine, il grande impatto sullo sviluppo della città determinato dal boom turistico degli ultimi anni. La creazione di una forte domanda nell’ambito turistico-ricettivo ha attirato importanti investimenti privati internazionali sia nell’ambito alberghiero sia in quello residenziale di pregio. Dopo quasi un decennio di sviluppo selvaggio in questa direzione, l’amministrazione comunale, per salvaguardare la qualità della vita della città, sta ora attuando misure fortemente contenitive e di controllo all’interno dell’area urbana.