La nuova Biblioteca Civica di Bressanone progettata dallo studio Carlana Mezzalira Pentimalli esplora la simbiosi tra antico e contemporaneo
Il progetto della nuova Biblioteca Civica di Bressanone di Carlana Mezzalira Pentimalli suggella lo stretto rapporto tra architettura e contesto, il cui esito formale è un luogo pubblico, ispirato alle specificità architettoniche di Bressanone, dove il nuovo alimenta l’antico e viceversa, restituendo un’architettura eccezionale capace di collegare tessuto storico e contemporaneo.
Lo studio di architettura Carlana Mezzalira Pentimalli completa a due passi dal Duomo, nel cuore del centro storico, la nuova Biblioteca Civica di Bressanone, Bolzano, Italia, un’istituzione pubblica nata nel 1984, che con il suo patrimonio di oltre 36.000 libri rappresenta un punto di riferimento per l’intera Valle Isarco. Dopo la Scuola di Musica, lo studio raddoppia la sua presenza nella città più antica del Tirolo donando alla comunità uno spazio contemporaneo per l’apprendimento e la condivisione, un accogliente salotto urbano che rafforza l’identità culturale del luogo e infonde un forte senso di coesione sociale: “Non è una biblioteca da intendersi come un grande contenitore di libri, anzi. È un’opera ben radicata nel contesto, concepita per accogliere e generare relazioni umane, scambi, intrecci di culture, pratiche ed età differenti”. raccontano gli architetti Michel Carlana, Luca Mezzalira e Curzio Pentimalli.
Il progetto consiste nella realizzazione di un complesso unitario che comprende un nuovo manufatto e il recupero e l’annessione degli edifici attualmente esistenti dell‘Ex Finanza, una porzione dell’Ex Tribunale (i primi due livelli) e dell’Ex Carcere. A completare l’intervento, la ridefinizione degli spazi esterni esistenti, due aree pedonali di accesso a nord e sud dell’edificio Ex Finanza, e il giardino tangente a via Bruno, un tempo privato e di proprietà del Vescovo. Inserendosi in modo silenzioso ed estremamente rispettoso nel contesto, l’intervento si colloca a sud dell’Ex Tribunale, nel vuoto generato tra due edifici esistenti, dove, prima della demolizione, si trovava un corpo appartenente alla Diocesi. Vera e propria infrastruttura di collegamento, il nuovo manufatto si comporta strutturalmente come un “albero” che appoggia i suoi “rami” cementizi agli edifici dell’Ex Finanza e dell’Ex Tribunale, instaurando una relazione indissolubile tra nuovo e antico. Da qui, il nome con cui gli architetti hanno ribattezzato il progetto, “Kulturbaum, albero della cultura”.
L’analogia prosegue a livello planimetrico, dettata dall’esigenza di grande flessibilità e adattabilità degli spazi di una biblioteca civica contemporanea. Lungi dal riprendere il classico sistema di scaffalature, infatti, in pianta l’edificio presenta un doppio guscio perimetrale compreso tra le pareti esterne in calcestruzzo e la boiserie in legno che riveste gli interni. Qui si trova la maggior parte degli spazi serventi: dalla distribuzione verticale ai servizi igienici, sino all’arredo con librerie, panche fisse, tavoli, etc. Una sorta di “corteccia” che avvolge lo spazio, liberandolo completamente da qualsiasi obbligo funzionale.
La versatilità degli ambienti ha guidato anche il modo in cui è concepita la gestione e la fruizione della biblioteca. Controllando alcuni punti strategici di accesso, infatti, è possibile rendere permeabile completamente o soltanto parzialmente il complesso ai diversi piani. In questo modo sia gli edifici che le relative pertinenze esterne vengono concepiti come dei comparti indipendenti da utilizzare in maniera autonoma, per assolvere a più funzioni ed eventi con tempi e modalità di volta in volta differenti. Le connessioni che si vengono a creare tra il nuovo manufatto e le preesistenze sono sia fisiche, che dovute a esigenze formali, funzionali e distributive. Il nuovo edificio, infatti, è il risultato di una massa che si deforma attraverso contrazioni e dilatazioni per potersi ricomporre tenendo conto delle stereometrie circostanti. Lontano dall’idea di autoreferenzialità, il complesso muta quasi fosse un organismo sensibile che si adatta alle esigenze del sito e del progetto.
Per risolvere le leggere differenze di quota tra i tre fabbricati, i nuovi “rami” compensano le escursioni altimetriche tramite leggere pendenze. Il nuovo volume contiene due collegamenti verticali con caratteristiche differenti. La scala antincendio chiusa, oltre a servire tutti i piani del tribunale come uscita di sicurezza, è al contempo una scala che connette il piano terra con il sottotetto del nuovo edificio. La scala aperta è stata posizionata baricentricamente rispetto alle masse funzionali che si sviluppano ai vari livelli. Essa permette collegamenti rapidi tra i piani facendo scoprire a chi la percorre scorci particolari della nuova spazialità. Compositivamente e funzionalmente, entrambe le scale sono inglobate nella “corteccia”, mentre la scala preesistente dell’Ex Finanza viene destinata a un uso prevalentemente di servizio.
L’accesso al nuovo edificio avviene dal piano terra attraverso l’infoteca. Da qui un generoso spazio a quadrupla altezza, occupato dalla zona di accoglienza, è possibile accedere agli elementi di risalita. Al piano primo l’area narrativa viene concepita come open space mentre il secondo piano è occupato principalmente dall’area saggistica/trattatistica, direttamente connessa con l’edificio Ex Finanza, dove questa funzione si estende. Al terzo piano, un’ulteriore zona accoglienza funge da elemento di snodo tra la sala polivalente e la zona manifestazioni letterarie. Servizi igienici, locali pulizia, depositi e information desk sono uniformemente distribuiti sui vari livelli. Nella ristrutturazione degli altri edifici esistenti è stato valorizzato il carattere antico, favorendo un elevato grado di flessibilità per accogliere differenti attività aperte al pubblico.
L’edificio Ex Finanza si configura quale punto di accesso al nuovo intervento con fronte principale su piazza Duomo. Al pian terreno, oltre ai due punti di accesso a nord e sud sono previsti un’infoteca, l’accesso al prestito e restituzione e degli spazi guardaroba. Il primo piano ospita gli uffici interni della biblioteca, mentre il secondo e terzo piano prevedono spazi per saggistica-trattatistica e una sala polifunzionale. L’accessibilità viene garantita da un vano scala ed un ascensore dedicati e indipendenti.
Il piano terra dell’edificio Ex Tribunale accoglie principalmente spazi di servizio: i magazzini automatizzati, l’area per il controllo del prestito automatico con sportello esterno, alcuni servizi igienici e locali tecnici. Il primo piano, invece, ospita la Zona bambini, Zona ragazzi, Reparto musica con archivio, Ludoteca e una Stanza polifunzionale. L’ingresso avviene al piano primo da sud dell’edificio, la Zona ragazzi si trova sulla parte est del corridoio, mentre ad ovest dello stesso è collocata la Ludoteca. Proseguendo, prima della sala affreschi, si trova ad est la Stanza polifunzionale ed a ovest l’Archivio musica. Verso nord è stata ubicata in maniera più defilata la Zona bambini con due locali indipendenti e uno di grande dimensione divisibile anch’esso con arredi contenenti libri e giochi. Nell’Ex Carcere, è stata realizzata una galleria di passaggio e un locale accessorio adiacente.
Speciale attenzione in tutto il progetto, è stata data all’illuminazione naturale, fondamentale non solo per la lettura, ma anche per il mantenimento e la conservazione dei libri. La parete sud dell’edificio priva di viste interessanti è cieca per evitare l’ingresso della luce diretta, e attrezzata nella parte interna con un “muro libreria” che occupa l’intera altezza dell’edificio. Una boiserie continua, che diventa manifesto della biblioteca come scrigno di conoscenza.Del contesto sono stati riletti in chiave contemporanea i principali dispositivi, come i caratteristici “erker”, tipici bovindi che caratterizzano il centro storico. Due di questi, di ordine gigante, privilegiano viste strategiche: l’edificio, infatti, si affaccia sui due fronti principali di Bressanone, la Torre Bianca e il campanile del Duomo da un lato, e il Palazzo Vescovile dall’altro, tracciando una linea di continuità con i punti di riferimento della città e gli elementi più iconici. Formalmente, i due erker all’esterno rappresentano il prolungamento della volumetria dell’edificio, e all’interno ricreano una spazialità tipica della cultura nordica, formando delle alcove in cui è possibile leggere o ammirare il paesaggio.
Le grandi vetrate, che tracciano il limite tra interno ed esterno, sono state studiate per favorire l’irraggiamento indiretto nei punti in cui vi è maggior afflusso e permanenza di persone. Infine, due grandi lucernari posti alla sommità della copertura a falda complessa, consentono ai raggi del sole di attraversare l’intero edificio in altezza e di giungere fino al piano terra, grazie a un articolato sistema di arretramento dei solai che gioca un ruolo fondamentale nel sistema di introspezioni tra i diversi piani dell’edificio. Ogni scorcio interno, dove tutto è stato progettato e disegnato su misura, è differente, a causa della grande complessità geometrica e volumetrica dell’edificio, dissimulata all’esterno con linee asciutte ed essenziali che ben si raccordano con la preesistenza.
- Nome Progetto: Biblioteca Civica di Bressanone
- Architetto: Carlana Mezzlira Pentimalli
- Team di Progetto: Michel Carlana, Luca Mezzalira, Curzio Pentimalli, Marco Carraro, Alessio Oliviero
- Luogo: Bressanone, Bolzano, Italia
- Area di Progetto: 3.013 mq (superficie complessiva di intervento) 2.378 mq (superficie del lotto)
- Cliente: Comune di Bressanone
- Completamento: 2022
- Impresa: Unionbau
- Direzione Lavori Generale: Carlana Mezzalira Pentimalli, 3m Engineering
- Progetto e direzione lavori strutture,impianti, antincendio; Coordinamento della sicurezza: Bergmeister
- Impianto, Elettrico Sicurezza, Illuminazione: Leitner Electro
- Impianto, Idro-Termo-Sanitario e Meccanico: Ranzato Impianti
- Consulente Illumino tecnico: Von Lutz Studio Associato
- Consulente Acustico: NiRa Consulting (fase di progetto), Studio Architetto Eleonora Strada (fase di costruzione)