Cerca nel sito
Generic filters

LA FORZA EVOCATIVA DEL PASSATO / MARTINO PICCHEDDA

Invia il tuo progetto

A Simala l’intervento di recupero con cambio di destinazione d’uso, curato dall’architetto Martino Picchedda, di un ampio edificio residenziale a corte situato nel centro storico del paese

Le fertili vallate del Campidano, in cui sorge Simala, piccolo comune di circa 350 abitanti nella provincia di Oristano, in Sardegna, accolgono diverse testimonianze archeologiche di epoca nuragica e romana. In queste zone la cultura dell’introversione trova il proprio modello di riferimento nella casa a corte, che riflette le esigenze di una società dedita principalmente all’agricoltura e alla pastorizia. Ma anche qui, seppur più lentamente che in altri posti, il tempo scorre e l’aspetto dei luoghi e delle architetture si modifica.

Ne è un esempio l’intervento di recupero con cambio di destinazione d’uso, curato dall’architetto Martino Picchedda, di un ampio edificio residenziale a corte situato nel centro storico del paese. Una casa, che, nel rispetto dei principi dell’architettura tradizionale sarda, protettrice e introversa, aveva custodito per anni tra le proprie mura il focolare di un’intimità domestica, è stata trasformata nel suo opposto: in una piazza pubblica interna con annessa area espositiva, racchiusa da alti muri e dedicata alla divulgazione e alla valorizzazione dei prodotti locali.

Partendo da un desolante quadro di abbandono e da un intricato dedalo di vegetazione che avvolgeva i ruderi dell’antico edificio, l’architetto, in sintonia con le indicazioni della Soprintendenza e del Servizio di Tutela del Paesaggio, ha sviluppato l’intervento attorno all’idea di preservare le murature storiche e realizzare la nuova pavimentazione della corte, garantendone la permeabilità. In altre parole di puntare sulla nobiltà dei ruderi, sulla potenza evocativa di ciò che sono stati e sulla forza dirompente di ciò che saranno. Il muro originale si è così trasformato in una sorta di quinta scenica e quel che restava della casa nel suo palcoscenico.

In questo modo grazie all’essenzialità, alla sottrazione e alla conservazione di ciò che aveva resistito allo scorrere del tempo, è stato esaltato l’aspetto iconico della muratura e l’allestimento minimale, propedeutico alla valorizzazione di ciò che verrà esposto. La traslazione semantica della linearità delle esistenze è un ulteriore tributo alla perseveranza del lavoro contadino, grazie al quale la terra continua a offrire alla società i suoi frutti.

Una volta definito l’obiettivo prioritario dell’intervento sull’antico edificio a corte di Simala, ovvero la creazione di uno scenario essenziale ed evocativo, il focus progettuale si è spostato sulle tecniche atte ad ottenerlo. La poetica di Alberto Burri nel suo intervento a Gibellina – ha spiegato l’architetto Picchedda – è stata il faro che ci ha guidati nel trattamento degli elementi fondamentali dello spazio: il cortile e i muri. Il piano orizzontale e quello verticale.

I cortili sono stati trattati con la modalità utilizzata nei vecchi spazi aperti, riproponendo la tipica pavimentazione a impedrau, ovvero con pietra locale di piccola pezzatura assestata su letto di sabbia e terra, mentre all’interno dei vecchi vani residenziali è stata proposta una pavimentazione con lastre di basalto posato a fughe larghe su un letto di risone, che consente all’acqua passante di essere captata da una rete di tubi di drenaggio sottostanti.

Questo vasto piano è stato così trasformato nel palcoscenico della nuova piazza urbana e del nuovo spazio espositivo, coronato dall’elemento che maggiormente caratterizza il progetto, innestando quella componente poetica che si rifà all’opera di Land Art di Burri: le rovine murarie. Le mura sono state ripulite, messe in sicurezza, intonacate e tinteggiate con materiali ecologici a base di calce. Il risultato è un velo di protezione posto sui fragili elementi verticali.

Operando per sottrazione, si sono enfatizzati quei resti murari e la loro semplicità come manifesto della vita che hanno custodito e di quella cultura contadina oramai irrimediabilmente in declino. L’intervento minimo ha cercato, partendo da un’impostazione ispirata all’arte e alla poesia, di riportare in uno spazio pubblico la memoria del lavoro dei campi, consentendone la trasformazione in uno spazio per l’esposizione degli stessi prodotti in un contesto semplice e accogliente.


  • ARCHITECT: Martino Picchedda
  • PHOTOGRAPHY: Cédric Dasesson
  • LOCATION: Simala, Italia
  • AREA: 500 mq
  • YEAR: 2024

Condividi l'articolo sui tuoi social: