Bernard Khoury
The Guts of the Grounds IQD 75
BIOGRAFIA
Nato a Beirut nel 1968, ha studiato architettura presso la Rhode Island school of Design (BFA 1990 / B.Arch 1991) e alla Harvard University (1993). Khoury si è imposto all’attenzione del pubblico e della critica con il completamento del club musicale B018 nel 1998, il suo primo progetto costruito. Questo edificio ha dato il via a una serie di progetti temporanei, attraverso i quali Khoury si è costruito una reputazione per la sua capacità di produrre progetti innovativi in zone problematiche. Tra questi, i suoi primi sei progetti costruiti: il BO18 Music Club (costruito nel 1998), il progetto Centrale (costruito nel 2000), Yabani R2 (costruito nel 2002), la BLC Bank (costruita nel 2004), il padiglione della Banca di Beirut a Chtaura (costruito nel 2004) e la Black Box (costruita nel 2005). È stato premiato dal Comune di Roma con il Premio Borromini, menzione d’onore per gli architetti sotto i 40 anni (2001), con l’Architecture + Award (2004), con il CNBC Award (2008) ed è stato nominato per diversi premi, tra cui l’Aga Khan Award (2002 / 2004 / 2021), il premio Chernikov (2010) e il Mies van der Rohe Award (2021). Ha co-fondato l’Arab Center for Architecture (2008), è stato visiting professor in diverse università, tra cui l’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna e L’Ecole Spéciale d’Architecture di Parigi. Ha tenuto conferenze ed esposto il suo lavoro in oltre 150 istituzioni, tra cui mostre alla galleria Aedes di Berlino (2003), allo Spazio per l’architettura Milano (2016) e numerose mostre collettive, tra cui YOU prison alla Fondazione Sandretto di Torino (2008), la mostra inaugurale del museo MAXXI di Roma (2010), la Biennale di architettura Frac di Orleans (2018), la Oris House of Architecture di Zagabria (2020) e la Biennale di architettura di Seoul (2021). È stato architetto e co-curatore del padiglione nazionale del Regno del Bahrein alla Biennale di Architettura di Venezia (2014). Nel corso degli anni ha sviluppato una reputazione internazionale e un portfolio diversificato di progetti in oltre quindici Paesi. Khoury è stato nominato dal Ministero della Cultura francese Chevalier des Arts et des Lettres (2020).
The Guts of the Grounds
La prima volta che ho avviato gli scavi per un lavoro è stato poco più di 25 anni fa. Impossibile non partire da quel primo lavoro per analizzare il tema scelto per questo numero di IQD: le Viscere della Terra. Si trattava della costruzione del B018, un club musicale, un luogo di sopravvivenza notturna, e della sua storia, ricca di aneddoti e narrazioni, a partire dalla sua singolare genesi, dal nome e dal luogo scelto per la sua realizzazione. Negli anni della guerra civile in Libano, dal 1975 al 1991, il musicista Naji Gebrane, credendo nella musica come terapia per alleviare lo stress della guerra, iniziò a organizzare feste private nella sua residenza, legata al numero B018. Anni dopo la fine del conflitto, nel 1998, decise di costruire un locale dove tenere ufficialmente le sessioni di musicoterapia. L’area scelta per la sua costruzione fu la cosiddetta Quarantaine, in prossimità del porto di Beirut, tristemente nota per la sua storia tormentata. Il nome deriva dal fatto che, durante il protettorato francese era un luogo di quarantena per gli equipaggi in arrivo. In seguito, divenne un campo profughi occupato nel 1975 da circa 20.000 rifugiati palestinesi, curdi e libanesi del sud, che fu completamente raso al suolo dai miliziani locali nel gennaio del 1976, subito dopo lo scoppio della guerra civile. A distanza di oltre vent’anni, nel 1998, le cicatrici di quegli atti erano ancora percepibili nella disparità tra lo scarso tessuto urbano dell’area e i quartieri densamente popolati situati al di là dell’autostrada che costeggia il quartiere. Pensato per occupare quel sito per un periodo di soli 5 anni, il B018 nacque soprattutto come reazione sia alle difficili condizioni insite nella storia del luogo sia alla contraddizione di realizzare proprio lì un luogo di svago e di intrattenimento. Come aperto rifiuto a partecipare a quell’ingenua amnesia collettiva che governava la frenesia di ricostruzione del dopoguerra, il locale fu costruito sotto terra. La facciata è mimetizzata nel terreno per evitare l’esposizione di una massa che avrebbe potuto fungere da monumento retorico. La struttura è incastonata in un disco circolare di cemento leggermente al di sopra del livello dell’asfalto e, a riposo, è quasi completamente invisibile. Gli avventori scendono al suo interno attraverso una scala e si ritrovano in un locale buio, che prende vita a tarda notte, quando l’articolata e pesante copertura metallica si ritira idraulicamente, rivelando il cielo e il paesaggio urbano. In superficie il locale è circondato dagli anelli concentrici di cemento e asfalto della via di accesso e del parcheggio, che le luci delle auto trasformano in elementi integranti dello scenario del club. Dopo un intervento di trasformazione nel 2018, il B018 ha infine chiuso i battenti nella primavera del 2024, ribadendo il carattere di temporaneità a cui era inizialmente destinato questo intervento architettonico.