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Intervista per la rivista di architettura IQD a Filippo Manuzzi, Presidente della Commissione Attività Promozionali e Fiere di Confindustria Ceramica

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Intervista per la rivista di architettura IQD a Filippo Manuzzi, Presidente della Commissione Attività Promozionali e Fiere di Confindustria Ceramica

  • Evoluzione del settore ceramico: innovazioni e sostenibilità nei materiali ceramici: perché la ceramica può essere considerata oggi un materiale “circolare”? E come vengono comunicate dalle aziende le loro transizioni “green”?

La ceramica è il materiale circolare per eccellenza. E’ inerte, nasce dalla lavorazione di elementi inorganici presenti in natura e torna a essere interamente smaltibile e recuperabile a fine vita. Lo stesso ciclo produttivo è per sua natura un ciclo chiuso, nel senso che tutto ciò che viene impiegato al suo interno, inclusi gli scarti, viene poi riutilizzato. Nulla va sprecato. Questo è un vantaggio sia in termini di sostenibilità ambientale sia, non dimentichiamolo, di convenienza economica. Certo, le fasi di macinazione, essiccazione e cottura a 1.200°C grazie alla combustione con gas naturale – per cui ad oggi non esistono valide alternative – per trasformare la materia prima in gres porcellanato – che oggi è la scelta più diffusa, rappresentando il 90% della produzione italiana –  comportano emissioni elevate, ma queste vengono compensate dall’intrinseca natura sostenibile di un materiale che è prodotto con materie prime povere – argille, feldspati, sabbie e caolini – disponibili in grande abbondanza sulla terra. Il loro utilizzo ha per questo motivo un impatto ambientale ampiamente inferiore rispetto ad altri materiali.  

Inoltre, il contenuto di carbonio della ceramica va misurato alla luce di una vita utile ultradecennale, che, di fatto, la riporta a livelli particolarmente contenuti rispetto agli altri materiali, che esauriscono il loro ciclo di vita in tempi più brevi. Infine, anche nella fase di smaltimento del prodotto ceramico, nel momento in cui viene sostituita, la ceramica, in quanto materiale privo di composti derivati dal petrolio o di altre sostanze reattive, può essere facilmente smaltita e reimpiegata in molteplici applicazioni.

  • Ceramica e architettura, un dialogo antico e sempre in evoluzione: in che modo la ceramica si adatta ai linguaggi contemporanei dell’architettura.

La ceramica accompagna la storia dell’uomo dal Neolitico, ma è negli ultimi 20-25 anni che il dialogo con l’architettura ha conosciuto un’accelerazione straordinaria, facendo leva sulle grandi evoluzioni da un punto di vista sia tecnologico, sia estetico, sia funzionale. L’aumento dei formati e la diminuzione – o, in alcuni casi, l’aumento – degli spessori hanno permesso alla ceramica di ampliare quelli che erano i suoi applicativi principali nel Novecento, cioè bagno e cucina, dove veniva vissuta più come una commodity che non come un vero materiale per l’architettura. Oggi, grazie alla tecnologia, alla ricerca, alla passione per il design, e al fatto che gli architetti hanno utilizzato e stanno utilizzando la ceramica all’interno di grandi progetti, la ceramica ha conquistato un ruolo nuovo. In architettura è oggi una scelta funzionale e estetica consapevole. L’approccio del progettista è radicalmente cambiato in quanto sa di trovarsi di fronte a un prodotto che combina ricerca, tecnologia ed estetica. All’interno dei cataloghi delle principali aziende ceramiche italiane troviamo collezioni, o decorazioni, firmate dai grandi studi di architettura e design internazionali. Se questi studi accettano l’invito di un’azienda a disegnare per loro, è perché considerano il prodotto, la lavorazione, la tecnologia e il linguaggio estetico coerenti con il loro mondo. A volte il contatto nasce da un’esigenza progettuale degli studi, che necessitano di sviluppare una determinata texture o un particolare pattern per un progetto e le aziende mettono a disposizione la loro capacità produttiva, avviando importanti collaborazioni, basate su una ricerca condivisa. Capita poi che queste collaborazioni, che spesso spingono la materia oltre i limiti del conosciuto, diano vita a prodotti che entrano nel catalogo delle aziende e rappresentano interessanti proposte innovative per il mondo dell’architettura in generale.

  • Ceramiche antibatteriche, autopulenti, fotocatalitiche, riscaldanti … superfici intelligenti: funzioni oltre l’estetica. Quali sono le future frontiere delle superfici ceramiche attive e quanto pesano queste performance tecniche nella scelta del materiale?

Difficile fare una previsione sul futuro dell’interattività della ceramica, poiché ogni anno si sperimentano cose nuove e Cersaie a Bologna è la vetrina principale per vedere e toccare con mano tutte queste nuove frontiere. Alcune destinate a un successo commerciale, altre a restare semplici operazioni di ricerca, che, in ogni caso, fanno bene al settore perché dimostrano la proattività dell’intero comparto. Quello che a mio avviso, più di tutto, rappresenta però il grande turnaround, la rivoluzione degli ultimi anni, riguarda gli ambiti applicativi. Come dicevo prima, oggi la ceramica viene utilizzata per l’arredo urbano, per l’arredo, come laminato per mobili, per i piani cucina, e in architettura, ad esempio, per facciate ventilate. Le proprietà attive aggiungono valore ma credo che comunque estetica, creatività e design restino alla fine i principali fattori per cui la ceramica italiana viene scelta nel mondo. La superficie ceramica deve essere essenzialmente bella. Poi deve avere le giuste dimensioni e un’adeguata gamma cromatica per assecondare le più diverse esigenze dei mercati. È chiaro che più la ceramica viene utilizzata in architettura, più le aziende affinano tecniche e ricerca. L’approccio degli studi di architettura al mondo ceramico con richieste di customizzazione, che a volte spingono al limite la ricerca e la produzione, rappresenta uno stimolo e una grandissima opportunità per le aziende del settore. E venire a visitare una fiera come Cersaie serve per capire quali sono le principali evoluzioni in questo senso, sia nel mondo della ceramica sia in quello dell’arredobagno.

  • Il bagno come spazio di benessere e design integrato. Anche in questo settore qual è il ruolo della tecnologia e quanto pesa nella scelta dei prodotti rispetto all’elemento estetico?

Se pensiamo al bagno come spazio di benessere e di design integrato, l’aspetto tecnologico, cioè le caratteristiche che possono offrire le aziende del settore a garanzia di comfort e benessere, può fare davvero la differenza. Ogni anno a Cersaie si vedono significativi upgrade tecnologici. Poi, naturalmente, l’estetica continua ad avere un ruolo predominante, così come la collaborazione con i designer. In questo settore, ancora più che nel mondo della ceramica, molti best seller sono disegnati da o in collaborazione con architetti o designer. Mentre nel mondo ceramico le collezioni nate da queste collaborazioni sono spesso prodotti di nicchia che servono più a rafforzare la brand identity e la brand awareness, senza necessariamente diventare prodotti commerciali, nel mondo del bagno e dei sanitari, le collezioni firmate rappresentano rilevanti quote di mercato.

  • Cersaie, importante fiera Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, come barometro globale dei settori ceramico e arredobagno. Quali le previsioni per questa importante edizione 2025? Come viene favorito il dialogo tra industria e progettazione? E quali le novità per format, contenuti e visioni?

Le previsioni per il 2025 di Cersaie sono di incrementare i numeri già positivi dello scorso anno, che ha registrato 600 espositori da 25 paesi e oltre 95.000 visitatori tra italiani e stranieri. Dopo la parentesi Covid, anche quest’anno le condizioni di mercato fanno pensare a un anno positivo – con 620 espositori provenienti da 29 paesi e la previsione di incrementare il numero di visitatori – che conferma lo stato della fiera quale vetrina internazionale imprescindibile per ceramica e arredobagno. Per quanto riguarda il target architetti e designer – in costante aumento come dimostrano le registrazioni agli ingressi – qui trova un programma culturale a lui mirato, unico e di altissimo livello, che include numerose iniziative, come la Lectio Magistralis del martedì, che quest’anno avrà come protagonista l’architetto Elizabeth Diller, e le numerose conversazioni sui temi dell’architettura. Altro elemento importante è l’eccellenza del linguaggio espositivo delle aziende, che spesso sorprende i visitatori, confermando l’aspetto tecnico, ma anche quello estetico e progettuale della manifestazione. Manifestazione che quest’anno si presenterà con grandi novità, che rafforzano il concetto di spazio architettonico, offrendo un ecosistema di soluzioni e prodotti di design pensati per soddisfare le esigenze presenti e future del mondo del costruito. Già all’ingresso si verrà accolti da una serie di macro-immagini che fotograferanno la materia e i prodotti ceramici, declinati sul filo della forma, del colore, della funzionalità e della tecnologia, per arrivare alla sintesi del tutto: la bellezza. Le illustrazioni rivestiranno un nuovo porticato, attraverso il quale sarà possibile accedere alla manifestazione. I 10.000 mq espositivi in più rispetto all’edizione dello scorso anno hanno richiesto una nuova disposizione degli stand all’interno dei 155.000 mq complessivi. I quattro padiglioni dell’Arredobagno saranno posizionati nel crocevia di passaggio e circondati dagli otto padiglioni in cui saranno esposti i prodotti ceramici. Ulteriore novità, la Galleria 21 – 22 ospiterà l’allestimento Bagno Architettura Lounge Let’s Talk, che andrà ad animare il ricco parterre culturale. Tutto questo trasforma la visita in fiera in un momento esperienziale unico, in una vera immersione nel mondo ceramico e dell’arredobagno, che va persino al di là del vedere o del toccare un prodotto. Significa rendersi conto dell’evoluzione di un settore industriale che ogni anno presenta grandi innovazioni. Il tutto in una posizione, Bologna, strategicamente centrale rispetto alle grandi città italiane, e in grado di fornire ai visitatori, in questo caso soprattutto a quelli stranieri, l’espressione più vera del miglior Made in Italy.

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