Evento IQD presso Triennale Milano
Lo scorso Giovedì 9 marzo alle ore 17.30 presso Triennale Milano è stato discusso con la curatrice, l’architetto Benedetta Tagliabue, in un confronto con il pubblico, il tema dell’ultimo numero con focus l’Architettura degli Intrecci. Progettare tessendo significa riscoprire l’origine e il percorso delle connessioni tra l’uomo, i suoi manufatti e l’architettura; significa riscoprire un passato capace di valorizzare il contemporaneo e di aiutarlo ad affrontare le sfide più importanti, tra cui quelle ambientali. Progettare tessendo ha inoltre il significato allegorico di intervenire sul tessuto sociale, intrecciando in questo caso persone, culture, condizioni di vita e scuole di pensiero. Un progetto partecipativo, in cui le competenze dell’architetto s’intrecciano con le esigenze e le culture delle persone a cui è destinata l’opera, crea un senso di appartenenza e arricchisce gli attori coinvolti, l’architettura e il contesto.
A seguire sono intervenuti gli architetti curatori del prossimo Programma: Andrea Boschetti con Carla Ferrer, Amelia Tavella e Daniele Lauria, che hanno raccontato i temi che verranno affrontati sui numeri monotematici del 2023. Il tema trattato nel prossimo numero curato dall’architetto Amelia Tavella sarà La Pelle; quello trattato dall’architetto Andrea Boschetti e dal suo studio Metrogramma in collaborazione con Carla Ferrer e MarcoJacomella fondatori dello studio ITER, sarà Right to Housing; infine, il tema trattato sull’ultimo numero dell’anno dall’architetto Daniele Lauria e da vari architetti sarà La Colombia.
Nel corso della conferenza è stato presentato inoltre un breve video, prodotto e commentato da Alfredo Brillembourg, cofondatore nel 1998 a Caracas del collettivo interdisciplinare Urban-Think Tank e curatore del primo numero edito nel 2023, con focus l’Architettura dell’Equità. Il tema di un’Architettura dell’Equità riporta all’idea di una professione concepita come impegno civile e sociale, frutto di un perfetto equilibrio tra conoscenza, ingegno e obiettivi, volto alla creazione di spazi atti allo svolgersi dignitoso della vita degli uomini e della loro convivenza con il contesto.
Anche questo numero non offre soluzioni o certezze precostituite, che hanno quasi sempre il sapore di una soffocante propaganda ad ostacolo di crescita e miglioramento, ma presenta differenti visioni, che aprono a loro volta la strada al dibattito e alla discussione. Non a caso, Brillembourg nel suo editoriale, citando Giancarlo De Carlo, richiama l’attenzione sulla scomoda realtà di gran parte dei rappresentanti della disciplina architettonica che, giocando nelle mani della struttura del potere economico e burocratico, hanno perso di vista le ragioni più importanti del loro impegno culturale, etico – includendo l’estetica negli impegni etici dell’Architettura – e politico.
Obiettivo di questo, e di tutti i numeri della rivista, è stimolare, promuovere e diffondere questo dibattito, affrontando argomenti da cui oggi l’Architettura non può prescindere – partecipazione, riuso, risvolti sociologici, sostenibilità, lettura del contesto – esaminati da punti di vista diversi da quelli di un’ideologia a senso unico, quasi sempre demagogica e di facciata. Tutto questo, partendo dalla radice sociale dell’Architettura: visioni ibride, sperimentali, presentate pensando non tanto ai progettisti, quanto agli utenti, coloro a cui sono destinate le trasformazioni che il costruito porta necessariamente con sé, coloro che le subiscono quando queste sono irresponsabili o autoreferenziali.
Ringraziamo i numerosi professionisti che ci hanno onorato con la loro presenza.