Museo Etnografico / NAPUR Architect
Il 23 maggio è stata inaugurata all’interno del Városliget, il più antico parco cittadino di Budapest, la straordinaria nuova sede del Museo Etnografico.
La sua realizzazione, che rappresenta un’importante tappa per la collezione di 250.000 pezzi provenienti dal Bacino dei Carpazi e da ogni angolo del mondo, rientra nel Progetto Liget Budapest, attualmente il più ambizioso progetto di sviluppo culturale urbano in Europa, finalizzato al rinnovamento del parco e allo sviluppo della sua rete culturale di istituzioni e collezioni pubbliche. Oltre alla sistemazione e all’ampliamento delle aree verdi e del lago, alla creazione di ulteriori strutture come parcheggi e aree ricreative e alla riprogettazione del traffico, il progetto si pone l’obiettivo di realizzare uno dei poli museali più moderni d’Europa; in questo contesto il nuovo museo – ha spiegato László Baán, commissario ministeriale del progetto – va con orgoglio ad aggiungersi al restauro del Museo delle Belle Arti, completato nel 2018 e alla costruzione del Centro Nazionale del Restauro e Deposito Museale del 2019 e della Casa della Musica Ungherese, progettata dal giapponese Sou Fujimoto, inaugurata lo scorso gennaio, a cui seguirà a breve la realizzazione della New National Gallery.
Progettato dallo studio ungherese NAPUR Architect sotto la direzione dell’architetto Marcel Ferencz, vincitore nel 2016 di un concorso internazionale contro alcuni tra i maggiori studi di architettura al mondo, l’edificio è il primo nel suo genere a essere realizzato con l’obiettivo di assecondare le specifiche esigenze di un museo etnografico. Ha così finalmente trovato un’adeguata sede permanente la collezione etnografica di impareggiabile diversità e ricchezza che, avviata nel 1872 e presentata per la prima volta alla Millennium Exhibition di Budapest nel 1896, è stata finora ospitata all’interno dell’Industrial Hall del parco.
Vincitore nel 2018 dei premi come Miglior Progetto di Architettura Pubblica e Miglior Architettura agli International Property Awards, il museo evoca con il suo spettacolare design una coppia di verdi pendii che digradano dolcemente verso un centro. L’altra spettacolare peculiarità dell’edificio è la cortina di vetro che circonda il tetto verde, ricoperta da una griglia a struttura raster che riproduce, grazie all’inserimento di quasi mezzo milione di cubetti, i pixel, alcuni motivi etnografici selezionati dalle collezioni ungheresi e internazionali del museo.
Una delle scelte progettuali che caratterizza la straordinaria architettura del nuovo Museo Etnografico di Budapest, è la sua linea semplice ma dinamica, che dialoga sia con l’ambiente del parco sia con il vicino tessuto urbano. A livello del suolo la struttura si divide in due ali che si protendono verso l’alto e fiancheggiano una piazza con un monumento, direttamente collegata agli interni del museo. A ciascuna delle due ali è stata assegnata una diversa funzione: una legata alla sfera pubblica e l’altra destinata agli addetti ai lavori. L’ala aperta al pubblico ospita una sala eventi, le sale di formazione con un laboratorio e una mostra per bambini e ragazzi, un centro visitatori, il negozio del museo e il ristorante, mentre l’ala dedicata ai professionisti include spazi per le attività scientifiche interne del museo con una biblioteca, gli archivi, gli uffici del personale e una sezione per la gestione dei manufatti.
Questa configurazione nasconde una serie di complesse soluzioni tecnologiche, come l’insolita applicazione di una struttura post-tensionata, solitamente utilizzata nella costruzione di ponti, a sostegno delle due ali arcuate. Con l’obiettivo di estendere il verde pubblico usufruibile dai cittadini e offrire loro un suggestivo punto panoramico, i tetti delle due ali sono stati ricoperti con 3.000 metri cubi di terriccio arricchito con speciali sostanze nutritive, su cui sono stati piantati sette arbusti decidui, quasi 100 sempreverdi, circa 700 esemplari di graminacee ornamentali e 1.500 piante perenni da fiore e bulbose per un totale di 7.300 mq di area verde.
L’esposizione della straordinaria collezione etnografica è invece ospitata nella parte ipogea del museo – che rappresenta il 60% della struttura – dove, in conformità con le moderne raccomandazioni della scienza museale, è protetta dalla luce naturale. A rafforzare il ruolo di landmark cittadino contribuiscono anche le grandi facciate vetrate delle due ali, avvolte da griglie in alluminio tagliate al laser che riproducono, grazie all’inserimento per mezzo di uno speciale robot di quasi mezzo milione di pixel, gli adattamenti contemporanei di 20 motivi etnografici ungheresi e 20 internazionali. La soluzione adottata è senza dubbio unica e rivoluzionaria non solo da un punto di vista estetico, ma anche tecnologico poiché, schermando l’edificio, contribuisce al suo efficientamento energetico generale.
- General planning: Napur Architect
- Author, responsible architect: Marcel FERENCZ DLA
- Exhibition designer: Taraczky Dániel, Vasáros Zsolt
- Interior design: Czakó Építész Kft. Czakó Kálmán
- Support structure: Exon 2000 Kft. Szántó László
- Building engineering: HVarC Kft. Lucz Attila
- Building structures: FRT Raszter Kft.
- Geotechnics: Geoplan Kft.
- Museum technology: Silicon Computers Ltd.
- Library Technology: Region Media
- Environmental protection: Vibrocomp Kft.
- Landscaping: Garten Studio Kft.