La Casa di Otto / ELASTICOFarm
Saper rinnovare significa saper cosa demolire, cosa recuperare, cosa aggiungere, cosa modificare. Nel progetto di restauro di una casa storica di Budoia, piccolo comune nella regione Friuli-Venezia Giulia, lo studio ELASTICOFarm, che proprio in questo comune ha una delle sue tre sedi, ha deciso di intervenire esternamente in modo invisibile, come si trattasse di un monumento – ha spiegato uno dei soci fondatori, l’architetto Stefano Pujatti – modificandone invece l’interno, dove le esigenze del vivere contemporaneo avrebbero comunque trasformato lo spazio e, con esso, il linguaggio e i materiali.
Sebbene il terribile sisma che colpì l’area nel 1976 non provocò gravi danni strutturali all’edificio, le sue condizioni statiche non ne consentivano l’utilizzo, per cui i nuovi proprietari hanno deciso recentemente di ristrutturarlo, combinando in circa
300 mq tutti i comfort del moderno con la bellezza del passato. Intervenendo su questo edificio, costruito, come molte costruzioni in quel contesto, con murature portanti in sasso del vicino torrente ed elementi orizzontali in legno di castagno, i progettisti hanno rispettato l’obiettivo di non alterare le proporzioni originali, mantenendo intatta la patina del tempo e quel senso di fragilità, che ne rappresentava l’elemento più prezioso e ricercato.
Progettare in un tessuto storico famigliare come quello di Budoia – prosegue l’architetto Pujatti – soprattutto dopo aver visto i danni lasciati da interventi di restauro e manipolazione, fintamente filologici, degli anni ’70 e ’80, ci ha conferito un grande senso di responsabilità e, con essa, la consapevolezza di affrontare uno degli ultimi, preziosi frammenti di una storia antica, sopravvissuto grazie alla sua fragilità e all’essenzialità e povertà dei mezzi con cui era stato costruito. Per questo motivo, scegliendo esternamente la via della continuità con la tradizione architettonica locale, i progettisti di ELASTICOFarm hanno riservato agli interni quel ricercato nesso di trasformazione degli spazi in lessico contemporaneo.
All’esterno, dove gli interventi si sono ridotti all’essenziale, per mantenere quel senso di leggerezza e fragilità dei ballatoi sono stati utilizzati dei profili metallici di rinforzo che a tratti rivelano la loro presenza e a tratti si mimetizzano con i sottili impalcati lignei della struttura originale. All’interno, invece, i muri di tamponamento in sasso locale si alternano alle strutture portanti di cemento armato gettato in casserature in legno che, ordite finemente, producono un effetto morbido, adatto all’utilizzo residenziale.
Fulcro del nuovo intervento è una scala scultorea che, oltre alla funzione distributiva di collegamento dei tre livelli della residenza, ha una funzione strutturale, in quanto, grazie alla sua forma irregolare, funge da controvento per l’intero edificio, affidando agli altri setti la sola funzione di resistenza ai carichi verticali. Si tratta di una struttura inaspettata all’interno di un sistema di spazi semplici e regolari che lavorano sul rapporto tra i diversi materiali, di un accento di colore e materia che denuncia contemporaneamente la sua funzione strutturale e decorativa.
Nonostante la casa sia perfettamente rispondente alle esigenze di una famiglia moderna, l’intervento progettuale restituisce l’immagine finale di un edificio in un continuum con la propria storia, capace di trasformare la povertà delle proprie origini in un valore e la fragilità delle proprie strutture in una testimonianza di resistenza.
- Project design: ELASTICOFarm
- Team: Stefano Pujatti, Alberto dal Maschio Valeria Brero, Daniele Almondo, Andrea Rosada, Serena Nano, Marco Burigana, Marco Zambrino, Monica Ierace
- Client: Private
- Size: 300 mq